La Sindrome Brachicefalica: come gestirla al meglio !
La sindrome brachicefalica si sviluppa soprattutto in cani, per l’appunto, brachicefali (Bulldog, Carlino, Boxer etc) e in minor misura i gatti persiani hanno spesso dei difetti anatomici, che portano a difficoltà respiratorie con gravità variabile: narici strette (stenosi), palato molle abbondante (ipertrofia), collasso della laringe, trachea con diametro ridotto (ipoplasia).
Questi difetti provocano una riduzione del flusso d’aria che entra durante la fase inspiratoria, che si manifesta con una respirazione rumorosa, stridori e, specialmente sotto sforzo o con le alte temperature, cianosi (lingua blu) e collasso, ossia in una sindrome brachicefalica.
Con il passare del tempo, si potrebbe avere un peggioramento dei sintomi, per l’infiammazione e l’edema della mucosa e anche con gli sforzi minori (anche il semplice fare le feste) si possono avere dei collassi.
Chi ha un cane o un gatto a muso corto, dunque, è bene che lo sottoponga a visita se nota poca vivacità, facile affaticabilità o un respiro particolarmente rumoroso. In caso di cianosi (lingua blu) o di collasso bisogna recarsi dal veterinario, per effettuare le terapie del caso.
La visita per la sindrome brachicefalica comprende una visione diretta delle narici e degli esami radiografici; va quindi eseguita una endoscopia in anestesia generale per valutare la laringe e la trachea.
Non tutti i difetti si presentano sempre insieme: stabilito quale o quali siano i difetti presenti è possibile effettuare una correzione chirurgica (plastica delle narici, riduzione del palato molle etc.)
E’ consigliabile intervenire precocemente, al comparire dei primi segni di disagio respiratorio. La prognosi è buona se i difetti sono correggibili chirurgicamente, come avviene nella maggioranza dei casi.