E’ risaputo che la compagnia di un cane influisce positivamente sul benessere mentale del proprietario e favorisce i suoi contatti sociali contrastando l’isolamento. Il recente studio di un gruppo di ricercatori svedesi, pubblicato nel 2017, ha evidenziato che questo ha anche un importante effetto preventivo sulla comparsa delle patologie cardiovascolari.
Lo studio sull’aiuto del cane nel contrastare l’infarto
Nello studio suddetto sono stati inclusi tutti i residenti permanenti di età compresa tra 40 e 80 anni, circa 3,4 milioni di svedesi, che sono stati seguiti per un periodo di 12 anni durante i quali sono state registrate le procedure mediche che li hanno coinvolti (estrapolate dal sistema sanitario).
Il 13% del campione è proprietario di un cane e questo dato è stato ricavato consultando l’anagrafe canina nazionale a cui è registrato l’83% dei cani in Svezia.
E’ stata anche esaminata la struttura familiare; nelle famiglie composte da più persone si è verificata una riduzione della mortalità dell’11% mentre in quelle di 1 sola persona la riduzione è stata del 33%, questo senza prendere in esame alcuna eziologia specifica.
Considerando invece le cause cardiovascolari è stata registrata una riduzione della mortalità del 15% nel primo caso e del 36% nel secondo.
Si tratta del primo studio su larga scala e pur con i limiti che presenta consente di dimostrare i benefici che la compagnia di un cane può portare alla salute del suo proprietario.
Il cane e la prevenzione della sedentarietà
Come precedenti studi hanno evidenziato l’animale diminuisce l’isolamento sociale del proprietario, fa si che questo abbia più rapporti con i suoi consimili agendo sul suo stato d’animo e diminuendo la componente depressiva ;migliora l’umore e aumenta l’autostima perché il cane ama il suo padrone come tale, senza riserve o critiche.
A livello fisico gli impone più uscite quotidiane a intervalli regolari e questo comporta un’attività fisica che si riflette positivamente sul suo stato di salute, sulla funzionalità cardiovascolare e in definitiva sulla diminuzione della mortalità.
Tutto quello che abbiamo sempre intuitivamente pensato è ora scientificamente provato con dati incontrovertibili che possono essere tenuti in considerazione anche nei programmi di prevenzione sanitaria nazionale e nei programmi di riabilitazione dei pazienti cardiovascolari.
Sarebbe interessante poter confermare questi dati riferendoli ad un paese mediterraneo come il nostro dove lo stile di vita, il clima e la dieta sono notevolmente diversi dalla Svezia.